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Intervista a Francesco Giordano Head of Enterprise Architecture Cloud & DevOps Generali Investments

Francesco Giordano è un architetto italiano con oltre 10 anni di esperienza nella progettazione, fornitura e gestione di architetture e soluzioni IT per aziende nei settori bancario, assicurativo e delle telecomunicazioni.

Oggi è Head of Enterprise Architecture in Generali e ci racconta i trend di innovazione del Settore IT dei prossimi anni in attesa della sua partecipazione come speaker all'edizione 2022 di Go Beyond.

 

Quali percorsi di migrazione avete intrapreso? Qual è stato l’impatto delle architetture Cloud Native sull’evoluzione delle applicazioni aziendali?

Fin da subito, abbiamo deciso di non intraprendere una migrazione complessiva del nostro intero landscape applicativo verso il cloud. Per una serie di motivazioni legate ad opportunità / costi, rischi operativi, incompatibilità degli applicativi di terze parti. Piuttosto, abbiamo fin da subito declinato la nostra strategia cloud come un abilitatore di un percorso di innovazione attraverso il quale far transitare la nostra strategia dati complessiva. L’obbiettivo è di generare competenze e capacità per costruire un approccio cloud-first per qualunque iniziativa futura, con un approccio a prodotto verso i nostri clienti interni.

In questo, le soluzioni e le piattaforme offerte dai principali cloud pubblici sono certamente un acceleratore formidabile, che ci ha permesso non solo di utilizzare il meglio offerto dai moderni stack tecnologici ma anche e soprattutto di poter applicare senza “sconti” tutte le migliori metodologie e pratiche ingegneristiche largamente utilizzate nell’ambito (DevOps & Site Reliability Engineering in primis).

Come cambiano il ruolo, l’organizzazione e i processi della Direzione IT con il Cloud? Perché ancora così tante resistenze culturali

Il nostro è un settore fortemente soggetto a regolamentazione. In tal senso, c’è molta prudenza quando si tratta di rivedere in modo complessivo l’approccio tecnologico / metodologico allo sviluppo di nuove soluzioni. Soprattutto per una questione di gestione dei rischi connessi.

Dal suo punto di vista, quali sono i tre maggiori trend destinati a crescere nel mondo IT nel prossimo biennio?

Sicuramente l’ambito della Data Engineering sta avendo un’accelerazione considerevole. Moltissime realtà sono nate e si sono affermate in modo deciso in questi ultimi anni, con una ricaduta di mercato considerevole. Si parla ormai da anni di data democracy e di organizzazioni data-driven.

In questo solco, il mondo degli analytics sta subendo una notevole spinta e stanno nascendo soluzioni che tentano di spostare il paradigma classicamente applicato nel settore. Per esempio tramite l’applicazione sempre più pervasiva di algoritmi di machine learning.

Restano infine una conferma lo sforzo e l’attenzione sempre maggiori all’ambito della Security. Andiamo verso aziende sempre più “aperte” in cui il vecchio concetto di “perimetro” da proteggere non è più applicabile. Le nuove modalità di lavoro da remoto hanno rappresentato negli ultimi anni una sfida considerevole per gli addetti ai lavori e lo saranno sempre di più anche in futuro, ora che non siamo più intenzionati a tornare indietro rispetto a queste modalità di lavoro “agili”.